Ecco una breve panoramica dei vari fattori da considerare per la scelta di Layout e struttura ottimale:
• Investimento richiesto per la struttura e costi operativi annui nell’operare con questa soluzione;
• Tipo e Numero di UDC da stoccare e sfruttamento dello spazio disponibile (rendimento volumetrico);
• Tipologia e quantità di mezzi di sollevamento idonei e relative conseguenze (larghezza delle corsie, corridoi di testata necessari, Altezza massima raggiungibile, Portata);
• Indice di rotazione del magazzino;
• Vincoli dello stabilimento e determinazione delle aree indispensabili o richieste, zona di ricevimento, controllo qualità, spedizioni ect;
• Velocità nel deposito e nel prelievo delle UDC (ossia le cosiddette movimentazioni ora raggiungibili);
• Capacità nel garantire una gestione della rotazione delle scorte FIFO;
• Varietà e quantità delle diverse referenze stoccate;
• Composizione delle righe ordine cliente;
• Infine modalità operative nell’eseguire il picking come per esempio prelievo di intere UDC, di colli o di unità singole.
Quali sono le diverse caratteristiche, i punti di forza e gli svantaggi dei vari sistemi di stoccaggio?
Scaffalatura Porta Pallet semplice e/o a doppia profondità:
Sistema di stoccaggio semplice e versatile, permette un accesso diretto al materiale stoccato facile e veloce, ogni UDC è direttamente raggiungibile (indice di selettività del 100%), basso investimento richiesto, sono i principali motivi per cui la scaffalatura portapallet rappresenta la maggioranza delle soluzioni adottate nei diversi magazzini.
Tali strutture possono ospitare svariate tipologie di pallet (formati-dimensioni-pesi) e permettere di eseguire operazioni di picking direttamente dalla scaffalatura.
Anche la gestione dei vani è flessibile permettendo così il massimo sfruttamento della superficie a seconda delle necessità.
Molte possono essere le personalizzazioni e gli accessori per garantire una struttura flessibile e allo stesso tempo sicura.
Il punto debole della scaffalatura portapallet è rappresentato dal basso rendimento superficiale, infatti lo spazio assorbito tra le varie corsie tra le diverse scaffalatura pesa non poco sull’area totale del magazzino, fattore che può essere mitigato dalla scelta di mezzi di sollevamento che richiedono una larghezza delle corridoi ridotti rispetto alle soluzioni standard.
Posso aumentare la capacità di stoccaggio nel mio tradizionale magazzino porta pallet?
Un’alternativa valida al sistema di stoccaggio portapallet “semplice”, che permette di ridurre il numero di corsie richieste a parità di UDC stoccate è la così detta scaffalatura a doppia profondità, in pratica ogni “vano” contiene due UDC (una davanti all’altra) il che si traduce in un aumento considerevole del rendimento superficiale del magazzino.
Da tenere in considerazione il fatto che questa soluzione richiede delle attrezzature apposite per il deposito e lo stoccaggio della merce, inoltre le UDC stoccate nello stesso vano devono essere del medesimo codice, questo per evitare movimentazioni superflue per accedere all’UDC desiderata.
Drive-in, sistema di stoccaggio intensivo:
La scaffalatura Drive-in consiste in una struttura compatta e ad alta densità di stoccaggio che non necessita di corsie per accedervi al suo interno, ma come suggerisce il nome il mezzo di sollevamento entra nel sistema stesso per prelevare/stoccare merce.
I punti di forza si basano sull’alto rendimento superficiale di stoccaggio e un costo per posto pallet contenuto, soluzione da adottare nel caso di bassa varietà di codici con alte quantità stoccate, infatti ogni singolo modulo dovrebbe contenere UDC dello stesso prodotto in maniera tale da evitare eccessive movimentazioni delle UDC.
Il tempo richiesto per la movimentazione delle UDC risulta maggiore rispetto a una scaffalatura semplice, inoltre si consiglia il prelievo d’interi pallet e non un picking frazionato.
Tale soluzione non permette una gestione FIFO della rotazione delle scorte.
Un punto limitante potrebbe risultare il tipo e lo stato di “salute” dei pallet da stoccare, in quanto la movimentazione degli stessi avviene dal lato lungo, perpendicolarmente alle slitte inferiori;
L’indice di riempimento di tali sistemi è del 60%.
Magazzino a gravità, lo stoccaggio intensivo a rulli o Push-back:
Detto anche magazzino a tunnel, presenta i punti di forza del magazzino drive-in permettendo però una gestione FIFO delle scorte, una riduzione dei tempi richiesti per movimentare le UDC (si carica da una faccia e si preleva dalla parte opposta, non si va all’interno della struttura) e un numero di pallet stoccati per referenza inferiore dato che lo stesso prodotto non deve riempire un’intera “fetta” dell’impianto ma solamente una “cella”.
Il funzionamento avviene attraverso una rulliera leggermente inclinata in modo da permettere ai pallet, una volta inseriti dal lato IN, di scivolare sui rulli per effetto gravità fino a raggiungere l’altro lato della scaffalatura OUT.
I pallet movimentati e inforcati dal lato corto, dovranno garantire sempre le buone condizioni di salute in quanto tali strutture possono raggiungere fino ai 20 metri di profondità garantendo il corretto scivolamento.
Incidenza costi a posto Pallet elevata.
Drive – in con satellite, il sistema di stoccaggio intensivo con elevato indice di riempimento:
Una scorciatoia trovata per trasformare un impianto drive-in in un magazzino a tunnel è stata quella di modificare la struttura classica in maniera tale da poter ospitare, attraverso delle guide aggiuntive apposite, dei “satelliti semi-automatici” nei vari tunnel che presentano la merce sul fronte del sistema di stoccaggio per il prelievo e stiva i pallet depositati sempre dallo stesso lato.
I satelliti in tal caso sostituiscono i carrelli elevatori, che nel Drive-in classico lavorano internamente alla struttura, riducendo notevolmente i tempi di manovra.
Rispetto al magazzino a gravità richiede un minor investimento in termini di posto pallet, non garantisce una gestione FIFO a meno che non si carichi e prelevi la merce dai due fronti opposti della struttura.
Una soluzione che ottimizza i percorsi dei mezzi di sollevamento in asservimento del magazzino e riduce drasticamente i tempi di lavoro.
Indice di riempimento elevato dal 85% al 95%.
Sistema di Stoccaggio Compattabile – Scaffalatura Mobile:
Le scaffalature Porta Pallet vengono installate su Basi Mobili che si spostano lateralmente attraverso binari dimensionati e strutturati anti ribaltamento.
Il sistema di stoccaggio compatta le scaffalature posizionandole una adiacente all’altra, solo quando vi è la necessità le scaffalature si spostano allo scopo di creare la corsia idonea che servirà per accedere al posto pallet dell’UDC da prelevare.
Si possono rendere Compattabili anche Cantilever e scaffalature leggere a incastro per uso archivio.
Il comando può essere effettuato centralmente dall’armadio elettrico, in modo decentralizzato dal singolo scaffale o tramite telecomando.
Densità di stoccaggio molto elevata, incidenza costo posto pallet contenuta, minori corridoi di accesso ma con un’agilità operativa inferiore.
I magazzini compattabili risultano ideali per l’allestimento di Celle Frigorifere di refrigerazione o congelamento.
Scaffalatura Cantilever adatta per colpi lunghi o pallet “fuori misura”:
Costituita da colonne verticali, collegate tra loro da controventi, e da bracci sporgenti rivolti all’esterno i quali possono ospitare in sicurezza materiali di lunghe dimensioni, anche di portate elevate.
Soluzione solitamente consigliata per la gestione di tubi, barre, piastre ma anche per stoccare UDC fuori misura con l’ausilio di rompitratta o doghe in grigliato che si collegano ai bracci per formare dei livelli a piano continuo e senza alcun vincolo verticale.
Accesso diretto a tutte le merci, adattabile a molteplici esigenze, possibilità d’installazioni esterne o con tettoia.
Le scaffalature Cantilever possono essere installate anche su basi mobili per ottimizzare la capacità di stoccaggio e recuperare spazio libero per altre operazioni.
Soppalchi e soluzioni in carpenteria:
I soppalchi permettono di utilizzare e sfruttare il magazzino anche in altezza, creando nuovi spazi e dando un nuovo ordine a tutta la merce. Costruiti in strutture metalliche, i soppalchi sono antisismici, certificati e possono essere smontati e riposizionati a piacere, oltre che modificati e implementati con altri elementi strutturali.
Magazzini Automatici – Intensivi con traslo-elevatori:
I magazzini automatici possono essere composti da varie strutture, sistemi di stoccaggio per pallet o minuterie, scaffalature, software, centraline e convogliatori.
Per ottimizzare le performance di magazzino, queste strutture devono essere ben integrate tra loro, pertanto la precisione diventa fondamentale.
Possono essere realizzati internamente a infrastrutture esistenti oppure diventare delle strutture e Magazzini Autoportanti.
Le strutture autoportanti sono edifici a tutti gli effetti.
Installate su una fondazione in cemento armato, offrono contemporaneamente il sostegno dei carichi immagazzinati e delle pareti di tamponatura e copertura.
La realizzazione di un magazzino autoportante consente di sfruttare al massimo i volumi disponibili, riducendo sensibilmente le opere murarie necessarie alla sua costruzione.
Le strutture autoportanti sono generalmente attrezzate con sistemi di movimentazione automatica dei materiali stoccati; questo connubio favorisce l’organizzazione logistica interna e i sistemi di controllo e gestione delle merci.
Tra una scaffalatura e l’altra vi è lo spazio per una corsia di dimensioni ridotte (poco più larga delle UDC da movimentare) in cui vi operano delle automazioni chiamate traslo-elevatori che stoccano e prelevano le UDC dai diversi posti pallet.
Soluzione molto costosa giustificata dall’alta densità di stoccaggio e dall’elevato numero di movimentazioni possibili ora.
I punti di forza:
• Grande capacità di stoccaggio.
• Maggiore altezza.
• Controllo e gestione efficienti.
• Elevato rendimento in entrata e in uscita (completamente automatizzati).
• Minori esigenze di personale della logistica.
• Maggiore facilità d’accesso ai prodotti
• Rotazione più efficace.
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